Home

gianlucacarboni.it


° Speleologia
° Alpinismo
° Arrampicata
° Escursionismo
° Torrentismo
° Turismo culturale
° Musica


 
stampa questa pagina web | . 1591986
 
Articolo inserito in data 07/08/2011 16:48:18
Trentino
letto 4272 volte in 4618 giorni (0,93)
Val di Rabbi - VAL DI SAENT: la CIMA MEZZENA (3172m), dal RIFUGIO DORIGONI

Sentiero: area parcheggio Ramoni al Coler (val di Rabbi) - malga Prà di Saent - rifugio Dorigoni - cima Mezzena - bocca di Saent sud - ritorno (Trento)

Parco Nazionale dello Stelvio - Val di Rabbi - Val di Saent - Cima Mezzena - Vedretta di Careser

difficoltà: E fino al rifugio, EE verso e attorno alla cima

segnavia: 106 - 101 - 104

cime: cima Mezzena (3172m), cresta E e cresta S

in totale 8h 50' di cammino e 1860 metri di dislivello

dati parziali:
- dal parcheggio al rifugio: 3h di cammino e 1090 metri di dislivello
- dal rifugio alla cima: 2h di cammino e 740 metri di dislivello
- ritorno lungo lo stesso percorso: 3h 50' di cammino e 30 metri di dislivello

nota: in realtà al ritorno ho scelto inizialmente un percorso alternativo toccando la bocca di Saent sud

miei commenti e consigli: ho già pubblicato una relazione dove è descritto il settore di sentiero fra la malga Prà di Saent e il rifugio Dorigoni (quella volta vi arrivai partendo dal piccolo centro abitato di Somrabbi).
L'ambiente attraversato, già piacevole all'inizio, aumenta man mano di interesse e diventa splendido nei pressi del passo e della cima.
L'itinerario non presenta difficoltà significative, ma è realmente lungo, con dislivello rilevante, quindi risulta senza dubbio impegnativo dal punto di vista fisico; occorre un minimo di attenzione nella salita al rifugio fra i 2000 e i 2100 metri (sentiero degli Alpinisti), poi nel vallone d'alta quota che porta al passo e lungo le facili creste, più che altro a causa del terreno accidentato e del discreto isolamento dei luoghi attraversati.
Ognuna delle montagne attorno può regalare momenti preziosi e ricordi importanti, vitali, alle persone come me

23/09/2009

Le valli di Rabbi e di Saent sono molto belle e altrettanto conosciute, con grandi aree di sosta facilmente raggiungibili, perciò è considerevole il numero di persone che in certi momenti può capitare di incontrarvi; un buon 90/95% di queste si ferma nei pressi di parcheggi e ristoranti o percorre il sentiero delle cascate di Saent, gli altri si distribuiscono sui vari tracciati optando quasi tutti per l'itinerario che dalle cascate prosegue verso il rifugio Dorigoni.

Si risale la val di Rabbi passando da Piazzola e si lascia l'auto (in alta stagione a pagamento) in località Ramoni al Coler.

coordinate ED50: N 46°25'04,9" - E 10°46'39,1"
quota:                 1370m slm

- Ci manteniamo a destra del torrente prendendo il sentiero delle Cascate: direzione obbligata, traccia e segnalazioni evidenti, turisti di ogni tipo... è impossibile sbagliarsi!
Sul versante opposto prosegue per un po' la strada sterrata toccando ristoranti tipici e il centro visita Stablet. Da quest'ultimo sale un sentiero che si unisce al nostro a monte delle spettacolari cascate di Saent; noi le rasentiamo, apprezzandone il fascino e la notevole portata, superando un ripido gradino.

In alto raggiungiamo la terrazza panoramica con panche in cui arriva anche l'altro percorso; guadagnamo quota andando a destra sul 106 (segnali ovunque), tocchiamo la cima di un dosso con una fonte e un edificio in legno (punto di sorveglianza Doss de le Cros) e abbandoniamo i tanti turisti scendendo fra gli alberi, aldilà di un cancellino, nella tranquilla conca prativa di prà di Saent. In un attimo siamo alla malga omonima:

coordinate ED50: N 46°26'36,3" - E 10°46'02,3"
quota:                 1784m slm

- Due simpatici muli ci osservano di sottecchi dormicchiando sull'erba. Proseguiamo in un bosco di larici mentre dalla nostra destra giunge lo scroscio delle cascate alte di Saent. Ci troviamo in un luogo notevole dal punto di vista ambientale e naturalistico, tanto che è stato predisposto e segnalato un itinerario che permette di ammirare alcuni spettacolari esemplari di larici, giganteschi, monumentali, la cui età va dai 300 ai 500 anni, con una circonferenza del tronco dai 3 ai 6 metri e un'altezza attorno ai 30/40 metri, misure eccezionali a questa quota.

- Continuiamo a camminare nei pressi del torrente su quello che presto prende il nome di sentiero degli Alpinisti: davanti a noi abbiamo il gradino roccioso che ci separa dall'alta valle, appena prima del quale lasciamo a sinistra una fonte. I pochi passaggi lievemente esposti che ci aspettano sono attrezzati con corde fisse e questo tratto, relativamente ripido e dirupato, non propone particolari problemi.
Una panchina, posta in località la Palina, permette di riposare godendosi un piacevole panorama sulla parte appena attraversata della val di Saent.
Restiamo alti sulla gola del torrente (alla nostra destra), poi entriamo nel grande, bellissimo piano in fondo al quale, su un dosso roccioso, si trova il rifugio Dorigoni: acqua, roccia e cielo collaborano a rendere splendido questo luogo, e l'aria, la luce, il silenzio completano l'opera. Attorno a noi una catena di montagne di oltre 3000 metri d'altezza forma un semi-ellisse e trova la sua massima espressione nella maestosa cima Sternai (3443m).
A sinistra si stacca il sentiero 128, parallelo a quello percorso fino ad ora da noi e tracciato a quota maggiore, nel versante occidentale della valle di Saent:

coordinate ED50: N 46°27'27,7" - E 10°45'27,0" (incrocio sentieri 106 - 128)
quota:                 2370m slm

- Attraversiamo nel piano i rami del torrente e saliamo al rifugio:

coordinate ED50: N 46°27'41,4" - E 10°45'10,0"
quota:                 2437m slm

- Lasciamo a destra il rassicurante edificio e proseguiamo verso la parte alta della valle (freccia: 101 - passo di Saent, val Martello); le montagne davanti a noi sono rossastre, mentre a destra paiono più scure, con tonalità tendenti al verde.
Poco più avanti incontriamo, ben segnalato, il bivio che ci interessa e andiamo a sinistra (freccia: 104 - bocca di Saent, vedretta di Careser):

coordinate ED50: N 46°27'48,8" - E 10°44'47,9" (incrocio sentieri 101 - 104)
quota:                 2490m slm

- Superiamo il torrente e risaliamo lungo il versante sud-occidentale della valle (destra orografica); la traccia del ripido sentiero a volte scompare, ma i segnavia risultano sempre evidenti. Entriamo in un vallone ingombro di massi di ogni dimensione e alcuni di questi, giganteschi, ci causano piccoli problemi durante un attraversamento verso sinistra, poi il pendio detritico diventa soprattutto faticoso, probabilmente anche a causa del dislivello già affrontato, oramai piuttosto rilevante.
L'ambiente è diventato aspro, lunare... siamo in un mondo freddo e affascinante dove esiste solo roccia. Una valletta, in basso a destra, è dominata dall'elegante cima Rossa di Saent (Hintere Roth spitze) e offre ai nostri occhi il minuscolo residuo di un antico ghiacciaio e due laghetti azzurri; voltandoci notiamo che il panorama riesce a stupire: l'alta valle di Saent è un gioiello, il rifugio quasi non si vede per quanto è distante e isolato, i laghi Sternai sono in alto alla sua sinistra e appaiono come delicate superfici di cristallo sulle quali incombono minacciose le poderose montagne che si innalzano fino a culminare nella cima Sternai. Ogni cosa è al posto giusto, equilibrio e armonia attenuano nell'osservatore la sensazione della propria fragilità e contribuiscono a fissare l'immagine di quelle vette nella sua mente rendendole una futura meta: la paura è compagna di chi ama immergersi in questi paesaggi, paura di sbagliare via, di perdere un appiglio, di cadere, di non raggiungere la sommità, di incontrarvi qualcun altro sopra, paura soprattutto del tempo che scorre e inevitabilmente costringerà presto o tardi ad arrendersi, a rinunciare all'entusiasmante viaggio intrapreso alla ricerca di emozioni.

- I segnavia ci obbligano a curvare decisamente a sinistra lasciando alle nostre spalle la valletta coi laghetti azzurri e ci portano a incrociare la lunga dorsale est della cima Mezzena, nascosta per poco da un dosso. Finalmente, poi, la possiamo individuare, definire scoprendone forma e linee, studiandone roccette e sfasciumi; subito a sinistra c'è la bocca di Saent sud verso la quale punta il sentiero tagliando il versante, più in là si innalza la cima Careser. Preferiamo mantenerci sulla cresta est e puntare direttamente la nostra vetta. Il cammino è semplice, logico, evidente, per cui la raggiungiamo senza particolari complicazioni:

coordinate ED50: N 46°27'20,1" - E 10°43'37,0"
quota:                 3172m slm

- La bellezza della vedretta di Careser è sorprendente, l'immobilità e il silenzio mi inducono a sfilare lo zaino e ad accucciarmi su un sasso, aspettando che torni la consapevolezza di non far parte stabile di questo mondo ipnotizzante di roccia e ghiaccio. Sono strani i pensieri che arrivano: se fossi una pietra potrei restare quassù a lungo, imparare a riconoscere le cime che fanno da corona alla vedretta, ogni loro dettaglio, osservarle con attenzione per millenni mentre si sgretolano come in realtà sta succedendo a me, con rapidità ben maggiore. Mi scuoto, asciugo lacrime di emozione e malinconia, mi alzo e lungo la dirupata cresta S in pochi minuti scendiamo alla bocca di Saent sud:

coordinate ED50: N 46°27'15,6" - E 10°43'36,9"
quota:                 3121m slm

- Rapidamente ci portiamo al punto in cui avevamo lasciato il sentiero e da qui percorriamo a ritroso il cammino dell'andata.

"Cascate di Saent: salto inferiore"

 

"Cascate di Saent: salto superiore"

 

"Prà di Saent"

 

"Prà di Saent: mulo"

 

"Prà di Saent: mulo, uno splendido, simpaticissimo cucciolo che avrei volentieri portato a casa"

 

"Val di Saent: sentiero e torrente, salendo verso il rifugio Dorigoni"

 

"Alta val di Saent: piano e torrenti (dai pressi del rifugio Dorigoni)"

 

"Alta val di Saent, salendo verso il passo di Saent (Sallent joch)"

 

"Alta val di Saent: sentiero e torrente, salendo verso il passo di Saent (Sallent joch)"

 

"Alta val di Saent, salendo nel vallone detritico verso la bocca di Saent sud"

 

"Alta val di Saent: sentiero nel vallone detritico verso la bocca di Saent sud"

 

"Alta val di Saent: pendii nel vallone detritico verso la bocca di Saent sud"

 

"Cima Rossa di Saent, salendo nel vallone detritico verso la bocca di Saent sud"

 

"Alta val di Saent: laghetto e pendii dei versanti ad est della cima Rossa di Saent, salendo nel vallone detritico verso la bocca di Saent sud"

 

"Alta val di Saent, laghetti Sternai e, fra le nuvole, montagne attorno alla cima Sternai"

 

"Cima Careser (dai pressi della cresta E della cima Mezzena)"

 

"Cima Mezzena: cresta E e cima"

 

"Cima Mezzena: cresta E"

 

"Cima Mezzena: cresta E (dai pressi della cima)"

 

"Cima Mezzena: cima (in fondo: tre cime Venezia (Venezia spitze) e punta Martello (Hintere Schran spitze))"

 

"... finalmente in cima (in fondo: cima Rossa di Saent)"

 

"Cima Careser, cima Campisol e vedretta di Careser (dalla cima della cima Mezzena)"

 

"Vedretta di Careser (in fondo: tre cime Venezia (Venezia spitze) e punta Martello (Hintere Schran spitze)) (dalla cresta S della cima Mezzena)"

 

"Cima Rossa di Saent e vedretta di Careser (in fondo: punta Martello (Hintere Schran spitze)) (dalla cresta S della cima Mezzena)"

 

"Bocca di Saent sud (dalla cresta S della cima Mezzena)"

 

"Cima Mezzena: attacco della cresta S (dalla bocca di Saent sud)"

 

"Cima Mezzena: sentiero e pendio detritico nel versante sud-orientale (dalla bocca di Saent sud)"

...

     
gianlucacarboni.it © Copyright 2008-2024      Tutti i diritti su testi e immagini sono riservati