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Articolo inserito in data 20/09/2011 06:53:48
Libri: recensioni
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LUIS SEPULVEDA - "Il generale e il giudice"

Luis Sepulveda

"Il generale e il giudice"

E' una raccolta di articoli giornalistici suggeriti dall'arresto, avvenuto a Londra nel 1998, del brutale ex dittatore cileno Augusto Pinochet. Di notevole interesse per l'immediatezza dell'esposizione e l'inoppugnabilità delle argomentazioni, per la capacità d'analisi di un terribile periodo della storia del Cile e l'atto d'accusa verso chi per ipocrisia e convenienza avrebbe voluto semplicemente stendere un velo su un passato caratterizzato da ingiustizia, violenza, sadiche torture e sparizioni di migliaia di dissenzienti, evitando così di ricordare, ricostruire, giudicare i colpevoli.

Il 16 ottobre 1998 Pinochet viene arrestato a Londra in seguito al mandato di cattura internazionale emesso dal giudice spagnolo Baltasar Garzon: è accusato di tortura e genocidio.
La notizia alimenta la speranza in Sepulveda e in chi come lui è stato oggetto delle violenze di quell'ottuso e disumano regime di ottenere finalmente chiarezza e giustizia, soprattutto per poter ricostruire la storia e onorare degnamente i tanti desaparecidos innocenti, e di conseguenza porre basi sane per un nuovo Cile libero e democratico.
Le vicende giudiziarie tradiranno questa speranza, ma almeno forniranno allo scrittore l'occasione per affrontare l'argomento in vari articoli pubblicati dalla stampa internazionale, nei quali disegnerà una lucida e impietosa immagine del personaggio Pinochet, distintosi unicamente per la grettezza e la totale mancanza di morale e umanità, ed esporrà una fortissima critica nei confronti degli importanti esponenti della società cilena, soprattutto politici, che per codardia, interessi personali, omertà, o incapacità di comprendere e valutare hanno mostrato tutta la propria ipocrisia nei tentativi, riusciti, di evitare al dittatore il processo invocando la ragion di stato, appellandosi all'unità nazionale, arrivando a chiedere comprensione, capacità di perdonare e dimenticare a chi ha subito orribili umiliazioni e torture, a chi ha perso compagni e famigliari e neppure può cercare consolazione nella conoscenza di ciò che realmente gli accadde, anche solo del luogo in cui furono abbandonati i loro corpi seviziati.
Lo scrittore, con uno stile diretto e preciso, sottolinea l'arroganza di Pinochet, la sua assoluta mancanza di sincerità, pentimento e consapevolezza, e la complicità del governo degli Stati Uniti nel colpo di stato fascista e durante gli anni successivi di regime militare. Non mancano un'analisi della grave situazione argentina causata dalle scelte economiche di governi e multinazionali, dalla cupidigia che caratterizza queste ultime e i primi che le appoggiano, e, nonostante tutto, un leggero, ma convinto ottimismo indotto dalla certezza che nessuno riuscirà mai a spegnere nell'animo umano il desiderio di giustizia, di equilibrio sociale e che le parole scritte abbiano un solo significato, non possano mentire, restino per sempre e siano l’arma che permette di resistere a chi crede in un mondo migliore.

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