Home

gianlucacarboni.it


° Speleologia
° Alpinismo
° Arrampicata
° Escursionismo
° Torrentismo
° Turismo culturale
° Musica


 
stampa questa pagina web | . 1633817
 
Articolo inserito in data 08/02/2012 11:25:04
Emilia Romagna-Toscana
letto 4462 volte in 4684 giorni (0,95)
Sentiero: lungo la VALLE DEL FOSSO DI LAVACCHIO (valle del Bidente delle Celle)

Sentiero: Lago di Corniolo - ca dell'Orso - Capria - valle del fosso di Lavacchio - monte dell'Avorgnolo - passo della Braccina - Buscheto - campeggio Vivaio - Corniolo - Lago di Corniolo (Forlì-Cesena)

difficoltà: E

 --- : lungo la valle, in salita                   (2h 40' - 650 m di dislivello positivo)
301: parziale                                         (0h 35' -  50 m di dislivello positivo)
 --- : discesa a Corniolo                        (1h 25' -  20 m di dislivello positivo)
lungo l'ex SS 310 del Bidente                (0h 20' -  10 m di dislivello positivo)

in totale 5h di cammino e 730 metri di dislivello

note: quello della valle del fosso di Lavacchio è un bellissimo sentiero facilmente rintracciabile, ma non segnato. La discesa verso Corniolo si svolge in parte sul sentiero 263, tuttavia la deviazione verso la grande casa di Buscheto propone un paio di passaggi di relativa difficoltà (dopo l'edificio per un po' la traccia si perde ed è necessaria attenzione per ritrovarla; più avanti occorre superare una piccola frana)  

30/12/2011

- A Santa Sofia, importante paese che sorge sulle rive del Bidente, seguiamo le indicazioni per Firenze, Campigna e Corniolo. Risaliamo lungo l'ex SS 310 (ora SP 4R) la valle del ramo di Corniolo dello stesso fiume: dopo 13 km circa lasciamo a destra il piacevole borgo montano che le da il nome e poco più avanti arriviamo al minuscolo centro abitato di Lago; al termine di quest'ultimo, appena prima del ponte sul Bidente delle Celle, prendiamo una strada sterrata a destra, ci teniamo a sinistra a un bivio e presto parcheggiamo in un evidente slargo.

- Mi sono accorto dell'esistenza della splendida valle secondaria che percorreremo oggi casualmente. Risalendo quella principale del Bidente delle Celle è impossibile percepirne la presenza, anche se sono numerosi i torrenti che scendono dal quel versante (nord) e si attraversano procedendo verso i ruderi di Celle; transitando invece, ad ovest del passo della Braccina e del monte dell'Avorgnolo, sul crinale su cui è tracciato il sentiero degli Alpini (301) e osservando in basso verso sud si nota un solco vallivo con pascoli attorno e qualche rudere di casolare, ma privo di sentieri segnalati.
C'è una zona però dalla quale è possibile vedere nella sua interezza la valle del fosso di Lavacchio: il bellissimo crinalino del monte della Maestà, appena a sud-ovest dei ruderi del Castellaccio di Corniolino, ed è proprio transitando lì sopra che qualche giorno fa mi capitò di restare ipnotizzato guardando almeno 4 casolari uniti da un'evidente traccia che certamente, pensai, è ciò che resta del vecchio sentiero segnato sulla mia carta con un sottile tratteggio.
Incredibile: nonostante le migliaia di chilometri percorsi in 20 anni di escursioni, allenamenti, infrascamenti e scarpinate micidiali alla ricerca di ruderi dimenticati nel nostro Appennino, ci sono ancora posti, fra l'altro in questo caso di eccezionale interesse, che per disattenzione o pigrizia sono sfuggiti alla mia metodica "esplorazione"!

- Retrocediamo a piedi fino al bivio e, regolato l'altimetro e azzerato il misuratore di dislivello, saliamo lungo la strada privata ignorata arrivando in auto:

coordinate ED50: N 43°54'21,4" - E 11°47'05,7" (inizio sentiero)
quota:                  535m slm

- Dopo 10 minuti di cammino si stacca a sinistra la pista erbosa che porta a casolare San Giovanni, in abbandono:

coordinate ED50: N 43°54'27,3" - E 11°47'01,0"
quota:                  618m slm

- Torniamo sulla strada principale e continuiamo a guadagnare quota; dopo un paio di tornanti e di bei casolari recuperati ne incontriamo un terzo (il quarto della giornata... alla fine saranno oltre una decina!) in stato precario:

coordinate ED50: N 43°54'35,8" - E 11°47'02,1"
quota:                  683m slm

- Poco più avanti tocchiamo ca dell'Orso; qui la strada termina e ci incamminiamo su un sentiero che, a sinistra dell'edificio, cala blandamente:
 
coordinate ED50: N 43°54'39,2" - E 11°46'50,0"
quota:                  671m slm

- Il casolare successivo, che raggiungiamo dopo aver superato un rigagnolo, è vicino al precedente, ma penalizzato dall'assenza di una pista percorribile in auto e di conseguenza ridotto a poco più di un triste rudere coperto dai rovi (differente è l'impressione che suscita la facciata opposta a quella davanti alla quale passiamo, apparentemente intatta, che si apprezza già dai pressi della prima casa incontrata; da notare che tutti gli edifici elencati fino ad ora e il prossimo sono visibili da questo tratto dell'itinerario e ciò facilita ulteriormente la sua individuazione):

coordinate ED50: N 43°54'36,9" - E 11°46'40,6"
quota:                  649m slm

- Il sentiero tende a salire e diventa una splendida mulattiera lastricata lungo la quale anche adesso, nonostante un disuso decennale, risultano evidenti la tecnica e la perizia di chi la costruì (rilevante è l'utilizzo di grosse lastre di arenaria inclinate come argine nel lato a valle). Ignoriamo una prima traccia a sinistra che scende nel bosco e prendiamo quella successiva che si stacca una decina di minuti dopo, aldilà di una rustica recinzione, dal percorso principale e in piano ci permette di arrivare al casolare di Capria:

coordinate ED50: N 43°54'23,1" - E 11°46'22,4"
quota:                  674m slm

- La costruzione è in condizioni desolanti, ma emana un fascino particolare accentuato dalla sua posizione isolata; è impossibile entrarvi perché le porte sono chiuse a chiave e voglio illudermi che i locali all'interno siano ancora importanti per qualcuno, che questi vecchi muri proteggano ancora gli oggetti e l'intimità di una famiglia momentaneamente assente.

- Rientriamo nella mulattiera e torniamo a salire curvando decisamente verso nord-ovest, immettendoci in tal modo nella valle del fosso di Lavacchio che per la prima volta, oggi, riusciamo in gran parte a vedere. Subito attraversiamo un grande piano inclinato roccioso, la compatta superficie superiore di uno strato di arenaria, scorgendo sotto di noi il tetto del casolare di Capria che, ce ne rendiamo conto solo ora, sorge come uno strategico posto di guardia o un significativo elemento di distinzione all'imbocco della valle stessa, a dominio della zona da cui siamo partiti e del sottostante settore della valle del Bidente delle Celle, e di fronte ai pittoreschi ruderi del Castellaccio di Corniolino.

- Il sentiero guadagna quota con continuità, mai ripido o faticoso, sempre perfettamente rintracciabile. Capita di passare in piacevoli boschi di roverelle e in spazi aperti rocciosi simili al precedente; siamo a fine dicembre e nel cielo azzurro splende fantastico il sole, così ci fermiamo un attimo su una di queste caratteristiche superfici: il panorama verso l'alta valle crea appagamento interiore e porta la mente a perdersi, l'ambiente attorno rasserena e lontanissimo nello spazio e nel tempo pare il brutale versante opposto, scosceso, selvaggio, perennemente all'ombra e ghiacciato.
Questa enorme lastra di arenaria, la terza, va superata restando in piano, mirando direttamente la parte superiore della valle, per ritrovare la traccia battuta ai margini del bosco (c'è un "ometto"... utili fra l'altro, ogni tanto, i rarissimi bolli rossi).

- I frequenti tratti lastricati amplificano l'interesse della suggestiva mulattiera anche perché all'indiscutibile valore estetico si sommano la rilevanza delle dimensioni e l'evidente accuratezza della messa in opera, che testimoniano la sua probabile importanza come via di comunicazione in passato, o quella delle famiglie che abitarono la zona.
Appena prima di un tornante nei pressi di un dirupato fosso lasciamo a sinistra un abbeveratoio, poi arriviamo in una zona di pascolo e al casolare di Campo di fuori, bello, grande, in condizioni precarie, senza futuro:

coordinate ED50: N 43°54'36,9" - E 11°45'53,5"
quota:                  838m slm

- Ci lasciamo alle spalle l'edificio e mantenendo inalterata la direzione, procedendo cioè verso l'alta valle, ne miriamo un secondo situato a quota leggermente superiore e ben visibile dal punto in cui al momento ci troviamo. Ancora bosco, ancora pascoli e siamo ai ruderi di Lavacchio di sotto:

coordinate ED50: N 43°54'46,7" - E 11°45'36,6"
quota:                  894m slm 

- Anche questo doveva un tempo essere un bel casolare, ma non imponente come il precedente. Ci fermiamo a scattare qualche foto e nel frattempo, approfittando dei muri in parte crollati, esamino la tecnica costruttiva degli stessi: sembrano reggersi più sull'equilibrio, come se fossero innalzati a secco, che sulla tenuta dello strato di materia friabilissima posto fra le pietre, il quale si polverizza solo a toccarlo. L'impressione, che diventerà certezza dopo aver incontrato i prossimi due ruderi, è che aumentando la quota calino decisamente la dimensione e la qualità delle costruzioni, il cui numero è qui comunque elevato (l'ultima si trova addirittura a 1063 metri slm) in conseguenza dell'ampiezza dei pascoli e dell'esposizione a sud di questo versante della valle.

- Più in alto, su quello che pare un dosso a destra della cupa gola in cui scorre il torrente, notiamo ciò che resta di Lavacchio di mezzo, ci incamminiamo quindi in quella direzione (davanti a Lavacchio di sotto curviamo a destra e subito a sinistra, evitando una diramazione che tende ad est e ritrovando presto la traccia).
In salita aggiriamo a destra un fosso, curviamo a sinistra rasentando un bellissimo pascolo in piano, dove avvistiamo un paio di timidi cervi, passiamo a fianco di un abbeveratoio e arriviamo ai ruderi individuati in precedenza (la casa è completamente crollata, in parte ricoperta di vegetazione, e risulta impossibile oramai riconoscerne il disegno):  

coordinate ED50: N 43°54'52,1" - E 11°45'27,5"
quota:                  960m slm

- Davanti all'edificio in rovina curviamo a destra e continuiamo a salire sulla mulattiera fino a quando questa si perde; in alto, a sinistra, sono però visibili i resti dell'ultimo casolare, Lavacchio di sopra, e decidiamo di raggiungerli progredendo liberamente sull'esteso pascolo inclinato. Nei pressi dell'indefinito mucchio di pietre che solo pochi lacerti di muro (... questi sembrano realmente essere stati innalzati a secco!) permettono di identificare come un'antica abitazione, ci accorgiamo che la traccia della mulattiera, di nuovo evidente, pare terminare qui:

coordinate ED50: N 43°55'03,8" - E 11°45'28,4"
quota:                 1063m slm

- Il crinale è comunque molto vicino, appena sopra di noi, e vi arriviamo facilmente lasciando alle spalle i ruderi e tagliando il pendio verso destra, mirandone il punto presumibilmente più basso:

coordinate ED50: N 43°55'08,3" - E 11°45'35,2" (incrocio col sentiero 301)
quota:                 1110m slm

- Seguiamo ora verso destra, in blanda salita, il sentiero degli Alpini (301) che su questo crinale è tracciato lungo una piacevole pista forestale di interesse panoramico, passiamo poi nei pressi della cima appena accennata del monte dell'Avorgnolo e iniziamo infine l'accentuata discesa che dopo una serie di tornanti ci consente giungere, poco oltre l'imbocco a sinistra del sentiero per Fiumicello, al passo della Braccina:

coordinate ED50: N 43°55'24,8" - E 11°46'31,7" (incrocio sentieri 263 - 301)
quota:                  957m slm

- Da questo valico transita la strada che collega l'alta valle del Bidente (di Corniolo) a quella del Rabbi, in pratica i centri abitati di Corniolo e Premilcuore: noi la prendiamo tenendoci a destra e vi camminiamo perdendo quota regolarmente per una decina di minuti, fino alla diramazione a destra (segnavia) che più ripida ci porta verso un casolare; ad un tornante, vicini oramai all'abitazione, lasciamo la via per proseguire sulla pista che si stacca a sinistra (segnavia).

- Presto incontriamo le bandierine bianco-rosse del CAI che ci indicano la presenza del sentiero per Corniolo a destra, ma noi le ignoriamo e continuiamo su quello che più avanti curva bruscamente a sinistra diventando un tratturo: aldilà di un avvallamento distinguiamo chiaramente il grande casolare di Buscheto, per raggiungere il quale siamo obbligati a fare un largo aggiramento a destra. Mi colpiscono le dimensioni di questo edificio in abbandono, le tracce di colore rossastro (sembrerebbe una casa cantoniera...), il portale e il forno, i battenti in legno che proteggono il nulla, e mi commuove la serie di fori regolari atti a garantire l'areazione nei muri di un fienile che non ha più il tetto:

coordinate ED50: N 43°55'21,6" - E 11°47'05,1"
quota:                  748m slm

- Passiamo a sinistra di Buscheto e subito siamo costretti a fermarci: la pista scompare e davanti a noi c'è solo una specie di largo fosso scivoloso profondo alcuni metri e in parte invaso dalla vegetazione. Vi scendiamo con attenzione tendendo a destra e lo attraversiamo trovando nel lato opposto un sentiero un po' infrascato, ma ancora perfettamente riconoscibile e percorribile.
Più avanti è una frana a sbarrarci il cammino: riusciamo a superarla con un breve aggiramento a monte (sinistra). Inaspettatamente ci troviamo a camminare su un'antica e comoda mulattiera, in parte lastricata, che scende a fianco di un fosso cupo e scosceso (evidentemente questa via collegava in passato Corniolo al passo della Braccina toccando il casolare di Buscheto, e lo stato di abbandono ne ha favorito il cedimento nelle zone franate e il parziale infrascamento).

- Di fronte a una vecchia recinzione ci teniamo a destra e rasentandola superiamo un rigagnolo; poco dopo guadiamo un torrente e sbuchiamo su una sterrata che seguiamo restando a sinistra (da destra arriva il sentiero 263). Passiamo a fianco del campeggio Vivaio e raggiungiamo la strada principale, la stessa che avevamo in parte percorso scendendo dal passo della Braccina: andiamo a destra.

- Il cartello segnaletico con la scritta "Corniolo" ci indica che le nostre "fatiche" stanno terminando: attraversiamo il borgo montano e giunti sull'ex SS 310 ci dirigiamo a destra in direzione della località Lago e dell'auto.

"Casolare San Giovanni"

 

"Casolare San Giovanni"

 

"Casolare San Giovanni"

 

"Casolare San Giovanni"

 

"Casolare San Giovanni"

 

"Casolare San Giovanni"

 

"Casolare a q. 683, prima di ca dell'Orso"

 

"Valle del Bidente delle Celle, andando verso ca dell'Orso"

 

"Casolare a q. 649 e ca dell'Orso"

 

"Ca dell'Orso: elementi di una piccola vasca in pietra (?)"

 

"Casolare a q. 649, dopo ca dell'Orso"

 

"Casolare a q. 649, dopo ca dell'Orso"

 

"Casolare a q. 649, dopo ca dell'Orso"

 

"Mulattiera, andando verso il casolare di Capria e la valle del fosso di Lavacchio"

 

"Mulattiera, andando verso il casolare di Capria e la valle del fosso di Lavacchio"

 

"Casolare di Capria"

 

"Casolare di Capria"

 

"Casolare di Capria"

 

"Casolare di Capria"

 

"Casolare di Capria"

 

"Mulattiera, passando sopra al casolare di Capria"

 

"Mulattiera, passando sopra al casolare di Capria"

 

"Mulattiera, passando sopra al casolare di Capria"

 

"Mulattiera, passando sopra al casolare di Capria"

 

"Casolare di Capria e valle del Bidente delle Celle"

 

"Mulattiera, salendo verso il casolare di Campo di fuori"

 

"Casolare di Campo di fuori"

 

"Casolare di Campo di fuori"

 

"Casolare di Campo di fuori"

 

"Casolare di Campo di fuori"

 

"Casolare di Campo di fuori"

 

"Casolare di Campo di fuori"

 

"Casolare di Campo di fuori"

 

"Casolare di Campo di fuori"

 

"Casolare di Lavacchio di sotto"

 

"Casolare di Lavacchio di sotto"

 

"Casolare di Lavacchio di sotto"

 

"Casolare di Lavacchio di sotto"

 

"Casolare di Lavacchio di sotto"

 

"Casolare di Lavacchio di sotto"

 

"Casolare di Lavacchio di sotto"

 

"Casolare di Lavacchio di sotto"

 

"Casolare di Lavacchio di mezzo"

 

"Pascolo, nei pressi del casolare di Lavacchio di mezzo"

 

"Pascoli, nei pressi del casolare di Lavacchio di mezzo"

 

"Pascoli e valle del fosso di Lavacchio (dai pressi del casolare di Lavacchio di mezzo) (al centro: casolare di Lavacchio di sotto)"

 

"Mulattiera, nei pressi del casolare di Lavacchio di mezzo"

 

"Casolare di Lavacchio di mezzo"

 

"Casolare di Lavacchio di mezzo"

 

"Casolare di Lavacchio di mezzo"

 

"Casolare di Lavacchio di sopra"

 

"Casolare di Lavacchio di sopra"

 

"Casolare di Lavacchio di sopra"

 

"Casolare di Lavacchio di sopra"

 

"Pista forestale (sentiero degli Alpini), andando verso il passo della Braccina"

 

"Pista forestale (sentiero degli Alpini), andando verso il passo della Braccina"

 

"Pista forestale (sentiero degli Alpini), andando verso il passo della Braccina"

 

"Pista forestale (sentiero degli Alpini), andando verso il passo della Braccina"

 

"Alta valle del fosso di Lavacchio (dai pressi della cima del monte dell'Avorgnolo, lungo la pista forestale)"

 

"Pista forestale (sentiero degli Alpini), andando verso il passo della Braccina"

 

"Casolare di Buscheto"

 

"Casolare di Buscheto"

 

"Casolare di Buscheto"

 

"Casolare di Buscheto"

 

"Casolare di Buscheto"

 

"Casolare di Buscheto"

 

"Casolare di Buscheto"

...

     
gianlucacarboni.it © Copyright 2008-2024      Tutti i diritti su testi e immagini sono riservati