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Articolo inserito in data 01/10/2008 15:27:01
Unpinefo
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Primi scavi a UNPINEFO - 4 e 8 maggio 2008

Due note e qualche foto relative alla terza e alla quarta uscita fatte da me a UNPINEFO insieme a Lorena e alcuni amici dello Speleo Club Forlì.

04/05/2008

Rientrati ieri notte dal campo speleologico organizzato dai Ternani nel Reatino (... e scampati miracolosamente a una frana a 300 metri di profondità nel ramo dell'Assassino della grotta di Cittareale...), eccoci qua: Matteo ed io, con Lorena e Piergiorgio, curioso ed eccitato all'idea di tornare a scavare in un anfratto dopo vent'anni.
Abbiamo qualche dato in più: il nostro pozzetto, che ora ha un nome ("unpinefo", cioè"un Piede nella Fossa"...), dovrebbe trovarsi 30/35 metri sopra allo stretto meandro con cui chiude il buco del Biancospino (particolare interessante perchè potrebbe permettere di bypassare tali fessure terminali dirigendosi così verso E, in una zona poco conosciuta e molto promettente). Si apre poi a quota 415 slm in un piccolo pianoro nel bosco, nei pressi di una pista forestale e dei ruderi di ca' Monti; le sue coordinate sono: N 44° 14' 33,6" - E 11° 41' 29,6".
Osservandone le caratteristiche (orlo del foro) e la posizione (semplice da individuare se si considera che questa è un'area "strabattuta" da più gruppi perchè di grande importanza speleologica) Piergiorgio sostiene, ed è facile che abbia ragione, che l'ingresso si sia aperto da poco col crollo di un sottile diaframma superficiale nel sottostante pozzetto pre-esistente.
Lavoriamo per 3 ore e mezza rimuovendo vari quintali di terra poco compatta, abbassando la base uniformemente, tranne nel meandro e sopra a un "naso" a E, fino ad una profondità totale di oltre 3 m (quindi quasi 1,5 m di scavo): la parete W scende verticalmente, mentre quella E rientra un poco (il "naso"...) per poi tornare ad allargare. Come la volta precedente, sondando il terreno con un bastone notiamo che questo penetra facilmente in vari punti per più di 50 cm.

08/05/2008

Sessione notturna: 4 ore e mezza di lavoro, uno a scavare e l'altro a tirare su secchi pieni, alternativamente, io e Matteo.
Al buio il bosco è inquietante, lo sono i rumori, gli scricchiolii, guaiti, latrati, fischi, soffi... ma lo è ancora di più quanto ci è successo ... ... ... mi tremano ancora le gambe! ... ... ... curiosi, eh? ... ... ... se volete saperlo venite a vangare la prossima volta, invece di andare in sede a fare chiacchiere e bere birra!!
Con una cordella abbiamo misurato con sufficiente precisione il pozzo: il foro d'ingresso, che si sta man mano allargando, ha l'asse N-S di 90 cm e quello E-W di 80 cm; la base ha l'asse N-S di 130 cm e quello E-W di 90 cm. A quest'ultima, lungo l'asse N-S (che in realtà ha direzione 350°) vanno aggiunti 30/40 cm di meandro aperto, largo 30 cm circa e per ora alto 180 cm (umanamente transitabile): in pratica l'attuale piano di calpestio ha una bella e promettente forma ellittica, con una coda mozzata a N... l'incrocio fra uno spermatozoo e una lucertola che s'è azzuffata...
Altezza del pozzo: 3,70 m a S e 3,35 m a N; altezza dello scavo: 1,80 m. Ne risultano approssimativamente 2,3 mc di materiale estratto.

Note: la parete a W scende verticalmente; la parete a E, NE e SE pare che tenda a strapiombare allargando così la sezione planare del pozzo. Sondando il terreno con un bastone si penetra senza fatica in più punti per 50 cm e oltre. Il meandro è tappato da materiale asportabile facilmente. Rispetto alle volte precedenti abbiamo notato la presenza di alcune pietre in più, isolate, un paio grandi quanto mezzo secchio.
Ipotesi: il pozzo, largo e di profondità ignota, quindi pericoloso e utile come discarica, è stato riempito con detriti derivanti dalla costruzione (scavo) della pista forestale vicina (a quando risalgono i lavori? 40 anni fa... di più?); probabilmente anche il particolare pianoro in cui si trova ha origini simili. Terriccio, ghiaia, frantumi vari piano piano sono scesi (dove... lo vedremo...) creando lo spazio vuoto in cui poco tempo fa è crollato il diaframma che ancora tappava l'ingresso. Ciò spiegherebbe sia il grande quantitativo (arrivato da dove?) che la tipologia (non compatto, facile da scavare, con poche pietre e di piccole dimensioni) del materiale estratto.

 

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