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Articolo inserito in data 30/12/2008 17:05:15
Alpi Occidentali
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Gruppo del Rosa - dalla PUNTA PARROT al LUDWIGSHOHE e al CORNO NERO

Gruppo del Rosa - PUNTA PARROT (4436m), LUDWIGSHOHE (4342m), CORNO NERO (4322m)

02/08/2004 e 03/08/2004

Punta Parrot (4436m): cresta NE e cresta W (gruppo del Rosa - Vercelli - Svizzera)
Ludwigshohe (4342m): cresta NE e cresta SW (gruppo del Rosa - Aosta - Vercelli - Svizzera)
Corno Nero (Schwarzhorn) (4322m): versante N (gruppo del Rosa - Aosta)

Cime:

Punta Parrot (4436m) - "Quattromila effettivo" (05)
Ludwigshohe (4342m) - "Quattromila effettivo" (06)
Corno Nero (Schwarzhorn) (4322m)
- "Quattromila effettivo" (07)

Percorsi:

1) Punta Indren - rifugio Città di Mantova
tempo impiegato: 1h 15'
dislivello in salita: 250m

2) Rifugio Città di Mantova - colle del Lys - colle Sesia - punta Parrot - colle delle Piode - Ludwigshohe - colle Zurbriggen - corno Nero - rifugio Città di Mantova - punta Indren
tempo impiegato: 7h 45'
dislivello in salita: 1100m

Nota 1: nell'escursione fatta precedentemente in zona, dalla piramide Vincent e dal Balmenhorn avremmo dovuto compiere il percorso in cresta, includendo anche corno Nero, Ludwigshohe e punta Parrot, per raggiungere la punta Gnifetti, ma un peggioramento improvviso del tempo ci costrinse a rinunciare alle 3 cime intermedie e a ripiegare sulla via Normale dell'ultima; si è resa quindi necessaria questa uscita per completare il programma di ascensioni  

Nota 2: la funivia che da Alagna Valsesia saliva a punta Indren non è più in funzione per cui occorre servirsi di quelle che portano al passo dei Salati (1 ora di cammino e 400 metri circa di dislivello in più). A Stafal (Gressoney-la-Trinitè) esiste un servizio di fuoristrada-taxi provvidenziale quando gli impianti di risalita sono chiusi

Tratti alpinistici:

- Normale della punta Gnifetti: F+
- cresta NE della punta Parrot: PD-
- cresta W della punta Parrot: PD+
- cresta NE e cresta SW  del Ludwigshohe: F
- versante N del corno Nero: PD+

1° giorno

Dalla stazione della funivia di punta Indren (3260m) su evidenti tracce facciamo una larga curva verso ovest attraversando la parte finale del ghiacciaio d'Indren. Occorre tenersi poi a sinistra per aggirare una sovrastante barriera rocciosa e infine deviare verso nord salendo fra roccette e neve verso l'oramai visibile rifugio (3470m; 1h 15').

Pernottamento nel rifugio Città di Mantova (3470m): è un rifugio tranquillo, con un buon servizio, in bella posizione panoramica (notevoli vedute del Lyskamm e del ghiacciaio del Lys, della piramide Vincent e verso le cime a sud).

2° giorno

Sono piuttosto "carico". La fuga di un mese fa a causa di un repentino peggioramento del tempo mi ha lasciato un po' di amaro in bocca perchè mi sarebbe piaciuto tentare di concatenare tutte le cime dalla Giordani, alla Vincent, alle 3 di oggi e alla Gnifetti, anche se probabilmente non sarei stato in grado di affrontare un simile sforzo... in ogni caso è acqua passata e ora siamo qui per completare l'opera.

Partiamo alle 5.45.
La situazione pare ottimale: Dario è un amico, fortissimo, un compagno ideale; in cielo neppure una nuvola, il ghiaccio è perfetto e le mie gambe "vanno da sole", tanto che mi costringo a rallentare.
Raggiungiamo velocemente il rifugio Gnifetti e da qui saliamo lungo il ghiacciaio del Lys lasciando a destra prima la bella piramide Vincent, quindi l'isolotto roccioso del Balmenhorn; occorre un po' di attenzione avvicinandosi alla piramide per la possibile presenza di crepacci nascosti, ma in generale il percorso è tranquillo, neppure troppo faticoso, in un ambiente che all'aumentare della quota diventa sempre più affascinante. Il Lyskamm è spettacolare.
Da segnalare che in giro c'è tanta gente e la traccia risulta perfettamente riconoscibile: impossibile sbagliare.

La volta scorsa a causa delle nubi basse non mi ero accorto del fatto che procedendo sulla Normale della Gnifetti non si passa dalla massima depressione del colle del Lys (posso immaginare che sia a causa della barriera di seracchi che mi dicono caratterizzare il suo versante settentrionale), ma si devia leggermente a destra tenendosi 500 metri circa a sud e valicando un dosso 100 metri più in alto della stessa (4248m; 2h 45'). Esiste, quindi, la successiva blanda discesa che credevo di aver solo immaginato un mesetto fa.
Un consiglio: durante il cammino, se si osserva con attenzione corno Nero, Ludwigshohe e punta Parrot è piuttosto facile individuare le direzioni da seguire nelle ascensioni e nei rientri per evitare alcuni crepacci (ad esempio quello notevole che taglia il pendio da scendere al ritorno dal corno Nero).

La giornata è splendida, l'aria fresca, limpida, la vista e l'emozione difficili da descrivere: il bianco del mare di ghiaccio che abbiamo attorno e il blu intenso del cielo creano un forte contrasto che rende cupe le ombre e le roccie, davanti a noi però la luce del sole colora d'ambra la muraglia della Dufour (la cresta Rey è bellissima); sono altissime la Zumstein e la Gnifetti, mentre a destra paiono semplici le sommità che siamo intenzionati a scalare oggi, e dietro si mostra maestoso, poi impressionante il versante nord del Lyskamm, un'incredibile, immensa, ripida, spaventosa, meravigliosa parete ghiacciata che precipita verso il Grenzgletscher per oltre 1000 metri.

Arrivati in leggerissima salita di fronte alla punta Gnifetti, poco prima del forte aumento di pendenza che ne definisce la cima, notiamo a destra l'evidente sella regolare che separa questa dalla punta Parrot: è il colle Sesia (4299m). Lo miriamo lasciando la traccia principale sulla quale resta la maggior parte delle cordate, tutte dirette verso il rifugio Margherita; deviamo a destra un centinaio di metri prima della depressione e tocchiamo la cresta dopo un breve tratto ripido e faticoso. La seguiamo in direzione sud-ovest fino a raggiungere la vetta della punta Parrot (4436m; 1h 30' - 4h 15'). Il panorama circolare è indimenticabile.

Scendiamo ora lungo la cresta W, non banale, sottile e con qualche cornice; prima di un affioramento roccioso curviamo a sinistra affrontando il pendio fortemente inclinato che ci permette di perdere quota con rapidità. Passiamo dal colle delle Piode (4285m) puntando la cima del Ludwigshohe: è facile arrivarvi lasciando a destra il grande crepaccio che taglia il suo versante nord e mantenendosi sul percorso più logico, quasi diretto (4342m; 0h 45' - 5h 00').

Devo ammettere che da quassù è inquietante lo scivolo ghiacciato che protegge la vetta del corno Nero, ed è slanciato, elegante, a suo modo affascinante quest'ultimo picco: sembra una freccia bianca su fondo scuro che indica il cielo, o un trampolino per il salto con gli sci, minaccioso, però terribilmente invitante.
Partiamo subito, tocchiamo il colle Zurbriggen (4272m) e pochi minuti dopo siamo fermi di fronte alla parete inclinata; l'attacchiamo a destra superando il crepaccio terminale, forziamo con picca e ramponi e molto prima di quanto credessi siamo sulla sommità nevosa. A dire il vero mi ci vogliono 5 minuti per riprendere a respirare normalmente e dirigermi a sinistra, dove aldilà di una selletta si trova la cima principale, rocciosa, e nei pressi una "Madonnina" (4322m; 0h 30' - 5h 30').
Da notare il panorama splendido, come sempre oggi, e il senso di smarrimento nell'ammirare la grandiosa muraglia di roccia che sotto i nostri piedi precipita a sud-est verso il lontanissimo ghiacciaio delle Piode: lo spazio qua sopra è veramente ridotto e occorre un po' di attenzione nel muoversi.

Il ritorno è tranquillo perchè siamo in anticipo sul programma, soddisfatti, giustamente stanchi (io... quel colosso di Dario credo che neppure abbia parole di questo tipo nel suo dizionario) e il tempo resta ottimo.
Scendiamo su traccia nell'accentuato pendio a ovest e passando a destra del grande crepaccio trasversale notato all'andata e a nord del Balmenhorn raggiungiamo la via Normale per il colle del Lys e la punta Gnifetti. Ora è semplice, pur facendo attenzione alle insidie che potrebbero nascondersi nei pressi del versante SW della piramide Vincent e alle quali ho già accennato, arrivare al rifugio Gnifetti e al Città di Mantova (3470m; 1h 30' - 7h 00'), e poco più che elementare alla stazione della funivia di punta Indren (3260m; 0h 45' - 7h 45').

"Piramide Vincent (dal rifugio Città di Mantova)"

 

"Cima e cresta E del Lyskamm orientale, andando verso il colle del Lys"

 

 

"Corno Nero, andando verso il colle del Lys"

 

"Ludwigshohe, andando verso il colle del Lys"

 

"Punta Parrot (dai pressi del colle Sesia)"

 

"Dario Albertoni, amico e guida alpina di Edolo, sulla cresta sommitale della punta Parrot"

 

"Dario davanti alla cima della punta Parrot"

 

"Punta Dufour e punta Zumstein (dai pressi della cima della punta Parrot)"

 

"Cime e parete N del Lyskamm (dai pressi della cima della punta Parrot)"

 

"Piramide Vincent, corno Nero e Ludwigshohe (dalla cima della punta Parrot)"

 

"Punta Gnifetti (dalla cima della punta Parrot)"

 

"Ludwigshohe (dal colle delle Piode)"

 

"Corno Nero (dalla cima del Ludwigshohe)"

 

"Punta Gnifetti e punta Parrot (dalla cima del Ludwigshohe)"

 

"Madonnina sulla cima del corno Nero (in fondo: punta Dufour, punta Zumstein e Ludwigshohe)"

 

"Cresta sommitale del corno Nero e alpinisti in cordata sullo scivolo"

 

"Dario sul ghiacciaio del Lys"

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