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Articolo inserito in data 16/03/2009 00:55:45
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MAGRITTE - IL MISTERO DELLA NATURA - 5 marzo 2009, a Milano

aperta fino al 29 marzo 2009

Magritte - Il mistero della natura


E' piuttosto difficile per una persona qualunque, un normale visitatore incuriosito, scrivere un commento su una mostra di Magritte; posso intanto dire che sono esposti vari dipinti intriganti e che alcuni di questi sono considerati capolavori.

Le sue immagine sono fredde, prive di sentimento; le osservo e mi rendo conto che non sono belle, neppure brutte... non sono definibili, diciamo, dal punto di vista estetico.
D'altronde è lui stesso che le vuole così e non a caso afferma che in certi momenti lo sorprende la consapevolezza "di esistere senza conoscere la ragione del vivere e del morire" e che tale sensazione lo induce a "rompere con interessi d'ordine puramente estetico": il modello davanti, ad esempio, all'improvviso gli appare per quello che è, cioè vivente, e "la vita ha un'importanza ben maggiore che dedicarsi ai piaceri dell'arte d'avanguardia", così a questo punto poco importa "trovare un nuovo modo di dipingere", ma si tratta "piuttosto di ciò che bisogna dipingere, di sapere perchè il mistero sia messo in questione".

Forse è questa la chiave, leggere qualcosa che Magritte ha scritto e semplicemente osservare le immagini che ha dipinto evitando di cercare una spiegazione logica, un significato nascosto, un'allusione, un nesso, un'interpretazione dell'esecutore. Lasciare insomma che la mente lavori libera da condizionamenti e prenda atto di una presa d'atto.

La sua coerenza è assoluta: rifiuta lo stile, afferma che la pittura lo annoia, combatte la concezione borghese dell'arte come prodotto di qualità, destinata a deliziare l'occhio dello spettatore. Non concepisce poi il quadro come un luogo dove esprimere la propria interiorità, ma come quello in cui rendere visibile un mistero; non vuole cercare di svelarlo, ma consentire all'osservatore di notarne la esistenza lasciando alla sua mente l'elaborazione successiva, o meglio permettere al mistero di acquisire un senso, di diventare realtà nella mente dell'osservatore attento.

E in effetti le sue immagini sono affascinanti, ipnotizzano, ti costringono a guardarle quasi aspirassero i tuoi pensieri, e dopo un po' smetti di cercare spiegazioni provando solo a captare l'idea che contengono.

Facciamo un passo avanti: Magritte è un surrealista che, caso unico, rifiuta la pretesa della psicoanalisi di ricondurre all'inconscio il mondo creativo dell'artista. E' chiaro il suo intento: vuole mostrare il mistero oggettivo della realtà ed è proprio perciò che adotta uno stile impersonale e banalmente rappresentativo, universale, in cui gusti, manie, preferenze, voglie dell'individuo non si esprimono più, e men che meno si manifesta l'inconscio, riferendosi al quale, fra l'altro, si persisterebbe nell'errore di voler "spiegare" l'arte.

E ora andiamo sul complicato: Magritte si interroga sul rapporto fra l'immagine dipinta e quella reale, fra la presunta rappresentazione e il presunto oggetto, e arriva a farlo sull'abisso che si trova fra linguaggio e realtà. Ferma quindi gli oggetti, li mostra immobili e perfetti, li dipinge così per mettere direttamente in discussione i loro corrispettivi del mondo reale.
Ne consegue che ci troviamo di fronte a un rivoluzionario che agisce sotto una maschera di banalità quotidiana, che rendendo invisibile la propria rivolta la porta ben oltre i confini raggiunti fino ad allora. Il tranquillo ometto con la bombetta, così innocuo, così comune, mette in discussione l'intero mondo reale e lo fa con una operazione che apparentemente è semplice, cioè dipingendo gli oggetti come ci appaiono, e usando il proprio rassicurante grigiore borghese per celare la diabolica natura sovversiva che lo contraddistingue. Ci riesce, tanto che si preferisce credere che solo incidentalmente potesse creare immagini così sconcertanti, tanto che si preferisce cercare spiegazioni in episodi successi nella sua infanzia, tanto che si preferisce concentrare la propria attenzione sull'accessibilità stilistica piuttosto che accorgersi che la scelta di fondo della sua opera è quella di sconvolgere l'ordine naturale di oggetti banali per rendere finalmente visibile "il mistero". Non risolverlo, ma renderlo visibile.

Mi sono perso, ma provo a continuare: le opere di Magritte paiono sogni, ma nulla hanno a che vedere col mondo onirico e presuppongono al contrario un pensiero lucido, un freddo ragionamento, un'attenzione vigile. Lui stesso dichiara l'applicazione di una precisa sistematica: la "ricerca metodica di un effetto poetico sconvolgente che, ottenuto mettendo in scena oggetti tratti dalla realtà, desse al mondo reale da cui tali oggetti erano presi un senso poetico nuovo, in virtù di uno scambio del tutto naturale". A tale scopo opera straniando gli oggetti, creandone di nuovi, trasformandone di noti, mutando la materia, usando parole associate ad immagini, denominando in modo errato un'immagine, rappresentando visioni del dormiveglia.

Si vuole evidenziare, ad esempio, che la stranezza di una figura dove un testo è errato rispetto all'immagine vicina non è l'apparente errore, o contraddizione se il primo nega il significato comunemente accettato della seconda, bensì la necessità inevitabile di riferirli l'uno all'altra. E' sconcertante così scoprire che non è possibile definire un piano che consentirebbe di affermare che l'asserzione è vera, o che è falsa, che è contraddittoria. Magritte vuole abbattere la corrispondenza data per scontata fra realtà e sua rappresentazione simbolica.
Riporto come leggo:
"non si tratta semplicemente di dire: quello disegnato non è un oggetto, ma la rappresentazione di un oggetto", ma la questione è ben più complessa:
- nulla di tutto ciò che vedo nel quadro è l'oggetto;
- c'è un testo che simula un testo;
- c'è un disegno di un oggetto che simula il disegno di un oggetto;
- c'è un oggetto che è il simulacro di un oggetto;
- il simulacro dell'oggetto è disegnato come se non fosse un disegno;
- l'oggetto è disegnato come se fosse l'oggetto;
- l'oggetto disegnato come un oggetto non sarebbe un disegno.

Chiaramente perdono il significato comunemente accettato anche i titoli delle opere, infatti ne hanno uno che poco o nulla pare centrare con l'immagine disegnata: il quadro non esprime alcun mistero, ma è un mistero, e coerentemente il titolo non ha una funzione esplicativa, o descrittiva, ma poetica. Il titolo "deve essere compatibile con l'emozione più o meno viva che proviamo osservando un quadro".
Un buon quadro non è completo se non ha un buon titolo, e quest'ultimo richiede una ricerca indipendente da quella che ha portato alla creazione dell'immagine.

Logico, no?
L'artista è come uno stregone che "agisce" il mistero del mondo; l'arte è magia e nasce dal superamento di ogni legge umana o divina.
L'artista è assolutamente libero, è capace di evitare le limitazioni imposte da ogni regola, e perciò è in grado di mostrare il mistero del mondo.

Ma anche l'artista potrebbe perdersi, o essere piuttosto intelligente e in alcuni casi prenderci per i fondelli (Picasso spesso lo faceva, e a volte lo dichiarava pure...), o esserlo troppo e rendere quindi vano il mio tentativo di comprendere il suo pensiero, di ripercorrerne il cammino... in effetti tutte e tre le possibilità spiegano come mai a tratti, pur riconoscendo la grandezza intuitiva di Magritte, la sua portata rivoluzionaria nel mondo dell'arte, seguendone le indicazioni ho l'impressione di rincorrerrere un risultato che sempre mi sfugge, di girare a vuoto nell'inutile ricerca di un punto d'arrivo che semplicemente non c'è, o non posso raggiungere io.

Le sue opere hanno evidentemente un carattere filosofico, tuttavia bisogna tener presente che non utilizza i mezzi della filosofia, ma quelli della pittura; non ha così lo scopo di affrontare un ragionamento, di articolare concetti che possano portare a una soluzione finale, ma unicamente di visualizzare un problema, un mistero in tutta la sua complessità. In ultima analisi le sue immagini non hanno significato, ma sono un significato, e come detto sopra sono un mistero; ne consegue che è un'operazione inutile cercare di spiegarle a parole.
Sono così tornato all'affermazione fatta all'inizio di questa mia certamente opinabile analisi:

"Forse è questa la chiave, leggere qualcosa che Magritte ha scritto e semplicemente osservare le immagini che ha dipinto evitando di cercare una spiegazione logica, un significato nascosto, un'allusione, un nesso, un'interpretazione dell'esecutore. Lasciare insomma che la mente lavori libera da condizionamenti e prenda atto di una presa d'atto."

Ecco quindi il suo insegnamento: per apprezzare il mistero dell'immagine creata dall'artista non bisogna leggerla, comprenderla e definirla, ma guardarla con naturalezza, abbandonarsi ad essa permettendo alla mente di recepirne l'esistenza.
L'artista è una "fata ignorante" perchè può mostrare il mistero del mondo pur non avendo la chiave per svelarlo... ammesso che questa esista. Ci invita infatti a cogliere l'aroma dell'enigma senza sprecare inutilmente energie per cercare di capirlo.

In ogni caso non temiate di errare di fronte ai quadri di Magritte: l'opzione più facile è proprio quella di "non capire"... al massimo il problema è perdere troppo tempo prima di rendersi conto che è impossibile riuscire nel contrario. E' indiscutibile però il fascino che emanano, l'incantesimo che li possiede e riesce a rapire l'osservatore.

I miei sono pensieri che corrono liberamente e nulla voglio dimostrare, per cui date il giusto valore a quanto ho scritto sopra: amo osservare, provo a capire e per fare ciò cerco supporti nell'ascolto e nella lettura, ma resto ugualmente solo un semplice viaggiatore molto curioso.

Ecco un elenco delle opere che per vari motivi più ho apprezzato:

"Souvenir de voyage", gouache su carta (*)
"La parure de l'orage" (**)
"Personnage meditant sur la folie"
"La lecture defendue / L'usage de la parole" (*)

"La voix du sang", versione più piccola
"La poitrine" (*)
"La voix du sang" (**)
"Baigneuse" (*)
"L'ecuyere"

"Le sens propre" (*)
"Le profondeurs de la terre" (*)
"Bel canto"
"Le baiser" (*)

"Le mariage de minuit" (*)
"La traversee difficile" (*)
"Paysage" (*)
"Le sang du monde" (*)
"Portrait de Paul Nougè" (*)
"Le joueur secret" (**)

"Le retour" (*)
"Sheherazade" (*)
"Georgette" (***)
"Portrait d'Irene Hamoir" (*)
"La grande maree" (*)
"L'oiseau de ciel"

"Le brise-lumiere"
"Le prince des objets"
"Decouverte"
"Les muscles celestes" (*)
"Campagne III" (*)
"Nocturne"

"La magie noire" (***)
"La saveur des larmes"
"L'ile au tresor" (*)
"Le compagnons de la peur" (**)
"Le graces naturelles" (**)

"L'ile au tresor", gouache su carta (*)
"Le graces naturelles", gouache su carta (*)
"Le domaine d'arnheim" (**)
"Le domaine d'arnheim", gouache su carta (*)
"Le present"

"La reconnaissance infinie" (*)
"Le sourire"
"Alice au pays des merveilles"
"Les mille et une nuits"
"Le lyrisme" (**)
"La bonne fortune" (**)

"La moisson" (*)
"L'eclair"
"La raison pure" (**)
"L'incendie" (**)
"Passiflore" (**)

"La plaine de l'air" (**)
"Quand l'heure sonnera" (***)

"La perspective amoureuse" (*)
"La fee ignorante. Trois etudes pour la peinture murale du palais des Beaux-Arts de Charleroi" (*)
"L'explication"
"La magie noire" (***)
"La fee ignorante" (**)
"Sheherazade" (*)
"La belle lurette"
"Les travaux d'Alexandre", bronzo (*)

"Le sourire" (*)
"L'art de la conversation IV" (**)
"La tombeau des lutteurs (**)
"Ciel nocturne avec oiseau", olio su bottiglia in vetro (*)
"Deux hommes en conversation", olio su bottiglia in vetro (*)
"Femme-bouteille", olio su bottiglia in vetro (**)
"Le roman populaire"
"Le bal masquè" (*)
"La bataille de l'Argonne"

"La culture des idees" (*)
"L'homme et al foret" (*)
"La clairvoyance"
"L'heureux donateur" (**)
"Le bouquet tout fait" (***)
"La bonne foi" (**)
"La parole donnee II"
"Souvenir de voyage"

"La recherche de la veritè" (**)
"L'empire des lumieres" (***)
"Les grandes esperances" (*)
"La page blanche"

 

- Informazioni utili:

Palazzo Reale
piazza Del Duomo, 12
Milano

Magritte - Il mistero della natura
fino al 29 marzo 2009
aperta: ore 9.30-19.30 da martedì a domenica escluso giovedì, ore 9.30-22.30 giovedì, ore 14.30-19.30 lunedì
biglietto: intero 9 euro, ridotto 7 euro (audioguida 4 euro)

per maggiori informazioni:
www.mostramagritte.it
tel. 199 199 111

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