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Articolo inserito in data 20/06/2009 17:51:55
Concerti
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DEPECHE MODE - concerti a Roma del 16 e a Milano del 18 giugno 2009

Semplicemente eccezionali! Bastano due parole, solo quelle, e magari qualche punto esclamativo in più: semplicemente eccezionali!!!
All'Olimpico di Roma ero nel prato e per due ore non sono riuscito a fermarmi: esplosiva l'energia attorno a me, enorme la carica, l'elettricità emanata dalla maggior parte dei pezzi, senza soluzione di continuità soprattutto nella seconda parte dell'esibizione (da "I Feel You" in avanti si vola su una meteora dalla quale è impossibile scendere...).
A San Siro ero in tribuna e ho potuto meglio apprezzare lo spettacolo in sè, gustarmi con più attenzione alcuni gioielli melodici, i filmati, i movimenti sul palco, l'eleganza di alcune raffinatissime proposte.

Non mi hanno convinto un paio di canzoni: "Come Back", tratta dal nuovo album, e "Fly On The Windscreen", risalente a oltre 20 anni fa, ma sono stati i soli momenti in cui ho avuto l'impressione che il concerto calasse di intensità... solo attimi perchè subito dopo la classe di Gahan, la bellezza, la potenza di pezzi unici nella storia della musica moderna hanno spinto ciò che stavo vedendo e ascoltando a livelli siderali.
E' sufficiente assistere all'impressionante spettacolo di 50000 persone che assieme cantano "Enjoy The Silence", o sentire il proprio cuore tramutarsi in un vulcano che erutta, i muscoli vibrare come pistoni fuori giri, i tendini che scattano improvvisi come molle e obbligano a saltare durante "Personal Jesus" per capire che raramente capita di spendere tanto bene i propri soldi per un evento musicale, e che i 1500km in 3 giorni, le code in tangenziale attorno a Milano, il caos apocalittico nei pressi dell'Olimpico, la stessa difficoltà a trovarlo e a parcheggiare a causa di indicazioni stradali da terzo mondo, sono solo piccoli inconvenienti che presto si dimenticano grazie alla capacità di questa band di trasportarti in un modernissimo sogno creato con geniali pennellate di pop elettronico, con ritmi ossessivi, ipnotizzanti che sconfinano in un rock appositamente glaciale per valorizzare al massimo livello la voce calda, profonda, potente, unica di Gahan.

Musica elettronica, quindi, che per definizione e natura è fredda, disumana, in costruttivo, pirotecnico contrasto con una delle voci più affascinanti, vitali, umane della scena artistica degli ultimi 30 anni... risultato: il top, l'apoteosi, l'emozione assoluta, la via alpinistica che porta dritto alla vetta vergine e che altri per tale vetta possono solo ripetere, o tentare di imitare su una linea parallela (esistono però, grazie a Dio, altre cime, poche in realtà, ardite e selettive al pari di questa, come quella immaginata, scalata e raccontata dai Pink Floyd negli anni '70, o l'altra creata e splendidamente descritta dai Radiohead dagli anni '90 in poi)... provate a immaginare una distesa polare a perdita d'occhio, con crepacci, bastioni di ghiaccio, picchi taglienti e acuminati trasparenti come il cristallo, e al centro una festa tribale con fuochi e tamburi, fiammate altissime, calore ai limiti del sopportabile, con gente che danza, che suda, che comunica col corpo, che da sempre emana vita e per sempre lo farà proprio grazie al brutale contrasto con l'ambiente circostante bellissimo, incorruttibile, puro, ma immobile e deserto, o a sostituire quest'ultimo con l'immensa sala macchine governata da computer di una futuristica astronave in viaggio nell'apparente nulla, e la festa con un caldissimo cuore pulsante, sano, potente, l'organo stesso che dona la vita alla nave e all'universo circostante, carburante inesauribile della prima e ragione dell'esistenza del secondo, che in tal modo riesce anche ad esprimere la sua sovrumana perfezione.

Gore è un talentuoso compositore di altissimo livello, Gahan un frontman fra i migliori di sempre, Fletcher l'elemento di equilibrio probabilmente prezioso per far sì che le grandi capacità dei due compagni si sommino invece che annullarsi, e che da una tale casualità, l'incontro cioè e la decennale collaborazione di tre simili personaggi, derivino l'originalità e l'immortalità musicale dei Depeche Mode.

Ho esagerato: può darsi... può darsi che la mia band preferita, che seguo da quando è nata, produca una musica talmente adatta a me da farmi perdere il distacco che cerco di avere quando esprimo giudizi... può darsi che l'emozione di vedere Gahan in piedi, roteare con l'asta del microfono, ballare ed ancheggiare provocatoriamente, eccitare il pubblico, coinvolgerlo in oceaniche "onde", in cori poderosi, esprimersi potente come sempre solo pochi giorni dopo aver subito un'operazione necessaria per affrontare la gravità di un malanno subdolo e inaspettato, riesca ad alterare le sensazioni che ho provato... può darsi che la felicità di veder cantare abbracciati Gahan e Gore, sorridere, salutare assieme agli altri, ringraziare il pubblico con un inchino, vicini, affiancati come a sottolineare l'importanza di ognuno dei 5 artisti presenti sul palco, mi abbia convinto, illuso, che i Depeche Mode saranno per sempre con noi, così bravi, inimitabili... sì, può darsi, ma tanti indizi mi convincono di non essere in fondo così distante dalla realtà: ad esempio il numero incredibile di persone entusiaste attorno a me, quindicenni e cinquantenni, con capelli viola o bianchi, o dritti o separati da una riga fuori tempo, o assenti perchè rasi o perchè caduti, e rose rosse su magliette nere, con cannottiere, pantaloni molto mini, gonne e calze dark, o con polo classiche e vestitini tranquilli, camiciole eleganti dai mille colori vivaci, con larghi jeans strappati e il cavallo a metà gamba, improbabili sandali o grandi scarpe da ginnastica e stringhe slacciate, o con jeans larghi perchè posti su pance un poco rotonde a causa dell'età, ma puliti e stirati fino a comodi mocassini; la vitalità poi, l'originalità, la creatività del gruppo, la capacità di trascinare, la modernità, e infine i commenti, i pensieri positivi più volte espressi in interviste da colleghi tanto differenti, le innumerevoli cover di loro pezzi (per citarne una, l'affascinante versione di "Personal Jesus" proposta dall'immenso Johnny Cash)... comunque, nel dubbio, in novembre tornerò ad ascoltarli a Bologna, o a Torino, e a chi fosse rimasto incuriosito da quanto ho scritto e in genere amasse la musica dal vivo consiglio di non perdere simili occasioni.

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