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Articolo inserito in data 09/07/2009 13:53:42
Concerti
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PATTI SMITH - concerto ad Arezzo dell'1 luglio 2009

Patti Smith su un palco allestito in una splendida piazza medioevale; con lei soprattutto il chitarrista Lenny Kaye, collaboratore fidatissimo da quasi 40 anni, poi la figlia al piano e un secondo giovane chitarrista.

Un concerto in chiave acustica, quindi, in un luogo magico pieno di gente, stranamente di ogni età, con un chitarrista che conosce perfettamente le sfumature del canto della Smith, può seguire, assecondare, impreziosire le sue rabbiose accelerazioni, il parlato, recitato, che da tranquillo, quasi malinconico, diventa man mano più incalzante per poi rallentare di nuovo, quindi esplodere graffiante e potente.

Non sono un cultore del suo genere musicale e conosco relativamente l'arte della Smith, in pratica solo i pezzi più noti, ma essendo consapevole dell'importanza del personaggio mi aspettavo un'esibizione interessante: mi ha travolto... prima ipnotizzato, quindi esaltato, infine travolto con impressionanti scariche di energia pura. Mi hanno colpito il carisma, l'intensità, il modo di muoversi, di interpretare il testo, il coinvolgimento emotivo, la sicurezza di una sessantenne che si mostra dolce, sorridente, emozionata, ma a tratti torna ad essere tagliente nello sguardo, nei gesti, nella voce quando tocca gli argomenti ai quali più tiene, quelli su cui nella sua storia ha sempre mantenuto posizioni coerenti, dure, senza compromessi.
Mi hanno colpito poi l'amore del suo pubblico, l'attenzione che lei gli rivolge, ma pure l'intransigenza della quale è un esempio l'incalzante successione di domande poste a un fan seduto davanti a me che gridava la propria insoddisfazione per la condizione civile e politica italiana:
"Sei felice?"
"No, non sono felice".
"Sei libero?"
"No, non sono libero".
"Sei un uomo?"
"Sì, sono un uomo..." quasi sussurrato, perchè di colpo quella persona ha capito che se non è felice, se non è libero, un "uomo" può e deve agire per cambiare la propria situazione: una profondità, un'immediatezza fuori dal comune.

Questa donna mostra la rabbia di un punk di prima generazione, la tenerezza di una madre apprensiva, la tranquillità e la convinzione di chi è coerente, ha lottato e ora non ha necessità di mettersi in discussione, le movenze e il magnetismo di una sacerdotessa, l'armonia e il fascino di un poeta, l'intelligenza acuta di chi in un discorso sa già dove arriveremo, dove ci porterà.
Questa cantante ha una voce poderosa che può diventare affilata come un rasoio, o aspra tanto da grattugiarti la pelle.

Ancora due pensieri:
1) ho visto esibirsi dal vivo Bob Dylan, Joan Baez, Lou Reed, Patti Smith, Bruce Springsteen... ho anche acceso la tv e osservato, ascoltato i cantanti che in questi anni sono spesso in testa alle classifiche di vendita in Italia, o propongono i brani più scaricati: "paragone" è a mio parere un termine errato, inadatto a descrivere le differenze perchè qui si tratta proprio di fare mestieri diversi...
2) alcuni capolavori, soprattutto la meravigliosa "Because The Night", ma anche l'intensa "Dancing Barefoot", l'ispirata "People Have The Power" e l'esplosiva "Gloria", per citare quelli che ho avuto la fortuna di ascoltare dal vivo ad Arezzo, prescindono dalle classificazioni in categorie, in stili, dallo spazio e dal tempo, nel senso che sono sì stati concepiti decine d'anni fa negli States, ma in realtà risultano universali, eterni, meritano un posto nella storia mondiale dell'arte moderna.

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