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Articolo inserito in data 17/02/2010 13:56:14
Grotte in Emilia Romagna
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ABISSO DI CA' MONTI e POZZO DUE DI CA' MONTI - 3 febbraio 2008

Abisso di Ca' Monti (Ravenna)

coordinate ED50: N 44°14'34,5" - E 11°41'36,8"
quota:                  370m slm

Grotta a SW di Ca' Castellina (Ravenna)

coordinate ED50: N 44°14'34,2" - E 11°41'37,6"
quota:                  344m slm

Pozzo Due di Ca' Monti (Ravenna)

coordinate ED50: N 44°14'35,1" - E 11°41'40,4"
quota:                  347m slm

Sono 3 grotte di piccole dimensioni che si aprono nella zona del ben più profondo pozzo Uno di Ca' Monti, nei pressi di una grande dolina a sud-ovest di ca' Castellina. Non è semplice trovarle e per riuscirvi risulta fondamentale l'uso del GPS.

Si risale la valle del Senio e si lascia a destra il paese di Riolo Terme. Subito si supera la deviazione a sinistra per Brisighella e si rasentano le Terme e il parco annesso. Nella piccola rotonda successiva si azzera il contachilometri; al km 0,6 si volta a sinistra in via Rio Ferrato. Si ignora una diramazione a destra e si continua sulla stretta strada asfaltata che più avanti prende nome di via Monte Mauro, guadagna rapidamente quota e diventa infine sterrata.
Al km 5,3 si affronta un secco tornante a destra e poco dopo, km 5,5, si parcheggia nei pressi di uno a sinistra (c'è una pista d'accesso a un evidente, vicino, casolare diroccato; si può lasciare l'auto in uno spiazzo su questa, o, se troppo infangata, 200 metri più avanti sulla principale).
Il tratturo ci porta verso ca' Castellina; proseguendo fra questa, a destra, e la dolina dell'abisso Ravenna, a sinistra, si sale blandamente fino a riconoscere a sinistra una seconda, grande dolina. Come indicato nella cartina pubblicata sotto, è possibile raggiungere questo punto anche percorrendo la traccia che passa a fianco del rudere visto all'inizio.
Si deve adesso aggirare la bella depressione sfruttando ciò che resta di una vecchia pista e... affidarsi al GPS, o a qualcuno che conosce il luogo, o alla fortuna!
Nel caso in cui si fosse alla fine giunti nel punto giusto (15 minuti di cammino tranquillo), la grotta a SW di Ca' Castellina e l'abisso di Ca' Monti, collegate fra loro, si troverebbero nel bosco a destra, la prima in un pianoro e la seconda sul ripido costone sovrastante, mentre il pozzo Due di Ca' Monti si aprirebbe poco più avanti, a sinistra, non distante dal sentiero.

 

Abisso di Ca' Monti

Calandoci in un insidioso P10 a cielo aperto (attenzione!) atterriamo in una sala di frana dalla forma irregolare e con la base inclinata; in fondo a questa è una sorpresa il bellissimo P20, regolare, perfetto, uno dei pozzi morfologicamente più eleganti che mi sia capitato di vedere nella Vena del Gesso Romagnola.
Arrivati alla base, attira l'attenzione un pertugio: aldilà c'è una fratturina che scende stringendosi, ma seppur a fatica permette ugualmente di entrare nella zona più profonda della grotta a SW di Ca' Castellina.
Da notare che nella sala sotto al P10 si aprono a destra uno scivolo franoso che si getta anch'esso nel P20, e a sinistra una stretta diramazione che dopo un P7 e una biforcazione inesorabilmente si chiude.

 

Grotta a SW di Ca' Castellina

Posso dare poche informazioni su questa grotta perchè in pratica non siamo riusciti ad entrarvi. Il passaggio dall'abisso di Ca' Monti è stretto e presumibilmente non facile da percorrere in senso opposto (c'è comunque una corda fissa al termine della fessura, probabilmente per assicurare la discesa nel salto di una decina di metri che a giudicare dal rilievo dovrebbe trovarsi aldilà della stessa) per cui abbiamo optato per la visita dall'ingresso principale. Ci siamo così calati nel pozzetto iniziale, che presto però ha preso l'aspetto di un brutto crepaccio; alla base, più o meno a 10 metri di profondità, occorre spostarsi in orizzontale in una lunga frattura dalle pareti che paiono di terra indurita e che distano non più di 30 cm l'una dall'altra: un posto realmente spiacevole, e dopo un tentativo poco convinto abbiamo rinunciato a proseguire.

 

Pozzo Due di Ca' Monti

Ci aspettava qui dentro la seconda sorpresa della giornata: a un P14 (sceso con corda da 20 metri assicurata ad un albero) segue uno scivolo, con un paio di brevissime diramazioni, che termina in un crepaccio dove sono evidenti i tentativi falliti di disostruzione, si tratterebbe quindi di un bucanotto di scarso interesse se non presentasse rilevanti cristalli di gesso, eleganti pareti rese lisce dallo scorrere dell'acqua e soprattutto bellissime, delicate, preziose concrezioni e infiorescenze.

Alcune foto sono di Alex Nati, dello Speleo Club Forlì

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