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Articolo inserito in data 03/10/2010 22:11:44
Alpi Centrali
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Gruppo dell'Adamello (Brescia) - CONCA DEL VOLANO: PIZZO BADILE CAMUNO

Sentiero: rifugio de Marie al Volano - pizzo Badile Camuno - ritorno lungo lo stesso percorso (Conca del Volano - Brescia)

Pizzo Badile Camuno (2435m): via Normale (ferrata) (gruppo dell'Adamello - Brescia)

difficoltà: EE (con brevi passi di I) fino all'attacco della ferrata, EEA lungo quest'ultima (o II, con due passi di III arrampicando)

segnavia: 77

in totale 5h 15' di cammino e 980 metri di dislivello

dati parziali:
- dal rifugio all'attacco della ferrata: 2h 15' di cammino e 810 metri di dislivello
- dall'attacco della ferrata alla cima: 40' (arrampicando) e 170 metri di dislivello
- ritorno lungo lo stesso percorso: 2h 20' di cammino, dei quali 30' lungo la ferrata

miei commenti e consigli: il pizzo Badile Camuno è una splendida montagna che caratterizza la sinistra orografica della media Valcamonica; ha l'aspetto di una pala ed è difficile non notarla andando verso nord, a destra, di fronte al gruppo della Concarena, fra Breno e Capo di Ponte.
Il sentiero che porta sulla sua cresta NW è ripido, faticoso, e piuttosto scivoloso in discesa a causa del terreno spesso umido e della presenza di un gran numero di pietre lisce e inclinate, vere e proprie infide lastre; a volte è necessario issarsi con le mani, tuttavia sono passaggi brevi, semplici (I), con maniglie evidenti e qualche piolo metallico a garantire la tranquillità della progressione. E' possibile e piacevole arrampicare nei pressi del cavo della ferrata (raccomandabile in ogni caso l'uso dell'apposita attrezzatura e del casco), ma occorre attenzione a causa del ghiaino depositato sulla roccia; dalla cresta sommitale il panorama è strepitoso.

22/09/2010

Appena sopra a Cimbergo, procedendo verso Paspardo, c'è la deviazione a destra per Volano (indicazione). Subito si volta nuovamente a destra, quindi si segue la strada che diventa stretta e guadagna quota regolarmente. Dopo le ultime case di una frazione che si attraversa, c'è il solo bivio dove può capitare di confondersi: non si deve salire a destra, ma andare dritto sul tracciato che momentaneamente diventa sterrato. La pista è ora sconnessa, ma pur sempre praticabile con auto normali. Più avanti c'è un altro bivio, con indicazioni per il rifugio de Marie su un albero e frecce bianche disegnate per terra a segnalare di dirigersi a destra; c'è subito un ampio parcheggio e io vi consiglio di usarlo se non avete una jeep e non vi muovete in un periodo in cui è poca la gente in giro, perché la rampa successiva risulta particolarmente ripida, col fondo senza dubbio disastrato, e in alto sono limitati i posti dove lasciare il mezzo.

- Davanti al rifugio de Marie al Volano, dove prendiamo il punto col GPS, c'è la freccia che induce ad andare a destra, verso l'evidente chiesetta:

coordinate ED50: N 46°01'16,6" - E 10°24'16,9"
quota:                 1450m slm

- Passiamo a sinistra del piccolo edificio, su un ponticello e attraverso 2 grandi prati attrezzati ad aree picnic, quindi entriamo nel bosco e saliamo nei pressi di un torrente. Rasentiamo un'interessante "calchera" (vecchio forno per la produzione di calce) e guadiamo un paio di volte il corso d'acqua; il sentiero è perfettamente riconoscibile e ben segnato.

- Superiamo un altro torrentello, con alveo più ripido, poi camminiamo per pochi minuti nell'ultimo tratto "tranquillo", perché la pendenza da affrontare sta per aumentare considerevolmente e per 500 metri di dislivello non concederà tregua; davanti a noi possiamo apprezzare l'intrigante bellezza della cima verso cui stiamo andando. In effetti il pizzo Badile Camuno è anomalo e nessun monte dell'Adamello gli assomiglia: una base granitica sostiene una cintura di tonalite scura, detta "la Fasa", sulla quale si appoggia la massiccia parte terminale calcarea, biancastra; è grande l'importanza geologica di questo insieme roccioso che oltre tutto è la causa dell'aspetto inconfondibile, pittoresco, elegante, dell'indubbio valore estetico del rilievo.

- Ripido e scosceso, sono i soli due aggettivi che servono per descrivere il percorso da adesso in avanti; a un bivio ci teniamo a destra (utile indicazione su un masso), e nuovamente andiamo a destra quando siamo costretti a oltrepassare una caratteristica lastra inclinata, a strati, un po' esposta. Siamo a nord della cima su un sentiero obiettivamente non gradevole, ma che ha il vantaggio di farci guadagnare quota in fretta. Risaliamo brevi gradini aiutandoci con le mani (I); si è aperto nel frattempo il panorama alle nostre spalle, verso la splendida conca di Tredenus e la scenografica, aspra bastionata che la delimita.

- Cala finalmente la pendenza, o almeno la sua continuità, e su una piccola traccia tagliamo un dirupato e spoglio settore mirando un canale, poco distante dal quale notiamo la catena che permette di superare una parete appoggiata alta 20 metri circa. E' piacevole arrampicare (II) approfittando del fatto di avere una "sicura" nei pressi, a patto di non sottovalutare l'infido pietrisco frequente sulla roccia. Sbuchiamo sulla cresta NW:

coordinate ED50: N 46°00'37,7" - E 10°23'59,4"
quota:                 2130m slm

- Già da qui la vista sulla Concarena, che abbiamo di fronte, aldilà del grande solco della Valcamonica, è notevole. Il sentierino si mantiene ora nel ripidissimo versante occidentale e mira una forcelletta regolare su una cresta secondaria, oltre la quale è bellissima la parete NW dell'anticima, poderosa, compatta. A sinistra di questa troviamo la Finestra della Fasa, un varco nella cresta che ci consente di tornare nel versante nord-orientale della montagna, e nei cui pressi, in un minuscolo spazio fra due picchi rocciosi, era stato ricavato un rustico riparo d'emergenza.

- Ciò che abbiamo davanti è spettacolare: la "Fasa" si presenta ai nostri occhi di escursionisti come una cengetta percorsa interamente da una traccia aerea, in parte esposta a causa dell'insidioso pendio a sinistra (est), ma tranquillamente transitabile, dominata a destra da pareti calcaree, canaloni, scivoli detritici. Il panorama è simile a quello già apprezzato salendo lungo la faticosa via nel rado bosco, ma ora è più vasto: suggestive sono l'arida alta conca di Tredenus e la nervosa costiera che la disegna, con picchi arditi, grigiastri, dietro alla quale si intravede il monte Frisozzo. In fondo ci sono l'Adamello, le altre cime maggiori del gruppo e il Pian della Neve.

- Proseguiamo scattando foto a ripetizione, rendendoci tuttavia conto che mai riusciranno a rappresentare compiutamente il fascino del luogo in cui ci stiamo muovendo. Arriviamo in breve all'attacco della ferrata: un cavo metallico parte verso la cresta sommitale e si perde fra roccette e incavi, superando lastre inclinate e facili muretti. Lasciandosi guidare dallo stesso si giunge nei pressi della cima, circa 140 metri più in alto del punto di partenza; io ho preferito arrampicarvi vicino, spostandomi solo quando la presenza di maniglie evidenti me lo consentiva. E' stato realmente divertente e le difficoltà alla fine si sono sempre dimostrate ampiamente inferiori al III grado, tranne in un paio di passi, peraltro affrontati a 10 cm dalla fune.

coordinate ED50: N 46°00'29,3" - E 10°24'11,6" (attacco della ferrata)
quota:                 2260m slm

coordinate ED50: N 46°00'27,3" - E 10°24'07,1" (termine della ferrata, sulla cresta sommitale)
quota:                 2400m slm

- Bastano ora 5' di cammino su semplice traccia per conquistare, dopo aver sfiorato un paio di Madonnine, la cima:

coordinate ED50: N 46°00'24,9" - E 10°24'10,0"
quota:                 2435m slm

- Due note in conclusione: è stato possibile arrampicare lungo la via perché la stessa non propone passaggi complessi, a tratti la roccia è buona, si riconoscono bene i punti sdrucciolevoli, c'è il cavo che permette ripensamenti, sono abituato a farlo e a superare difficoltà superiori (non di molto...), ma soprattutto perché nonostante scriva al plurale, ero solo, la montagna era "tutta mia" e il rischio di essere colpito da sassi in caduta risultava quindi minimo. Il panorama da lassù mozza il fiato, e non poteva essere altrimenti visto lo splendido isolamento della vetta: a quanto segnalato in precedenza si aggiungono la media e bassa Valcamonica, costellata di centri abitati, il lago d'Iseo, tutti i gruppi delle Prealpi Orobie, dietro alla Concarena, che pare dipinta tanto è nitida, simmetrica, perfetta nelle sue forme, e quello del Baitone, e il Bernina, e lontanissimo a ovest qualcosa di sfumato, poderoso... probabilmente è il massiccio del monte Rosa.

- Torniamo alla base ripercorrendo il cammino dell'andata, ma utilizzando cavi e catena. La tipologia di sentiero rende abbastanza faticosa anche la discesa.

"Pizzo Badile Camuno (dalla conca del Volano"

 

"Pizzo Badile Camuno (dal sentiero per il bivacco CAI Macherio)"

 

"Pizzo Badile Camuno (dal sentiero per il bivacco CAI Macherio)"

 

"Calchera, vecchio forno per la produzione di calce (nei pressi della conca del Volano)"

 

"Parete appoggiata, con catena, sotto alla cresta NW"

 

"Cresta NW: formazioni rocciose"

 

"Parete NW dell'anticima"

 

"Forcella su una crestina secondaria (dalla Finestra della Fasa)"

 

"Finestra della Fasa: resti del bivacco"

 

"Sentiero lungo la Fasa e Finestra della Fasa"

 

"Conca e bastionata di Tredenus (dalla Fasa)"

 

"Ferrata verso la cima, lungo la via Normale"

 

"Conca del Volano (dalla ferrata verso la cima)"

 

"Ferrata verso la cima, lungo la via Normale"

 

"Ferrata verso la cima, lungo la via Normale"

 

"Ferrata verso la cima, lungo la via Normale"

 

"Ferrata verso la cima, lungo la via Normale"

 

"Ferrata verso la cima, lungo la via Normale"

 

"Montagne che delimitano la valle di Dois (dalla cima)"

 

"Concarena e media Valcamonica (dalla cima)"

 

"Bassa Valcamonica e lago d'Iseo (dalla cima)"

 

"Cima del pizzo Badile Camuno"

 

"Cresta sommitale del pizzo Badile Camuno e veduta verso l'alta Valcamonica e il massiccio del Bernina"

 

"Conca e bastionata di Tredenus (dalla cima)"

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